06 luglio 2011

L'allenamento fantasma

Perché fantasma? Perché per riuscire a svolgerlo è stato necessario tenere tutti in sospeso fino all'ultimo minuto, fino a quando si è scoperto che un camion lungo 22 metri, largo 2,60 e alto più di 4 aveva effettivamente riportato le barche da Amburgo a Lugano passando per l'Olanda... i misteri della logistica nelle spedizioni!

Ovviamente l'allenamento previsto per la settima precedente era già stato soppresso a causa della mancanza delle barche, ma mi sento in dovere di ringraziare ugualmente il Centro Vela Dervio, che aveva accolto la nostra richiesta di ospitalità e poi ha ricevuto una mail di disdetta dato l'inconveniente.

Inoltre l'allenamento che abbiamo svolto dal 28 giugno al 1 luglio è definito fantasma anche per altre ragioni, primo perché siamo dovuti rimanere a Lugano e cancellare un'altra trasferta, poiché ovviamente avevamo le barche ma non il carrello ed infine perché su due barche che dovevano prendere parte all'attività, una sola si è presentata al completo all'appuntamento, mentre di MiEl si è correttamente presentato soltanto il prodiere.

Per fortuna le buone condizioni meteo e l'entusiasmo di un nuovo equipaggio hanno almeno in parte mitigato la frustrante situazione generale.

Parlando quindi di vela, posso dire che questi quattro giorni sono serviti ad avviare al 420 l'equipaggio JoRi, il cui timoniere è un noto atleta Optimist del CVLL che ha così iniziato la sua carriera sul doppio, mentre il prodiere proviene dall'equipaggio RiAd, scioltosi come da programma.
I primi due giorni sono dunque stati dedicati a:
  • conoscenza dei ruoli a bordo: infatti da subito abbiamo messo l'ex-optimista a prua, in modo che comprendesse l'importanza e la difficoltà del ruolo del prodiere, per poi restituirlo alla sua naturale indole di timoniere;
  • conoscenza delle manovre di sicurezza: JoRi hanno così iniziato a coordinarsi in manovre come la scuffia (con e senza spinnaker), l'issata e ammainata della randa in acqua ed il cambio della centratura;
  • tecnica di conduzione ed assetti.
Nei giorni a seguire abbiamo avuto occasione di apprendere (più che allenare) i movimenti, che poi dovranno diventare automatismi necessari ai due membri dell'equipaggio per eseguire la virata e la strambata. Se dalla prima delle due manovre siamo riusciti a ottenere già qualcosa di soddisfacente, per la seconda la strada è ancora lunga, soprattutto perché il timoniere non ha ancora idea di come si debba gestire uno spinnaker.


In ultimo abbiamo notato che è necessario effettuare qualche piccolo lavoro di manutenzione:
  • lubrificare la scassa del timone affinché la pala salga e scenda con meno attrito (fatto);
  • sostituire lo snodo dello stick;
  • cucire dei segni di riferimento sull'archetto per renderne più efficace la regolazione (fatto);
  • fare i segni sulla deriva per individuare le posizioni corrette per le diverse andature (fatto);
  • verificare la posizione della torretta della randa;
  • ripristinare il segnavento in testa d'albero;
  • adattare la lunghezza delle cinghie puntapiedi del timoniere.