Chi sa che regata sia l'ISAF Youth World, sa anche che si tratta della più importante manifestazione a cui un equipaggio giovanile può prendere parte e si sarebbe portati a credere che ogni atleta che prende parte alla selezione per guadagnarsi questo campionato "voglia fortissimamente voglia" qualificarcisi.
Invece no.
Purtroppo siamo di fronte al primo caso di un equipaggio che, pur avendo le capacità tecniche, tattiche, fisiche e la superiorità del mezzo e dei materiali, riesce a fallire la qualifica per il secondo anno consecutivo, non per maggior bravura degli avversari, ma per manifesta superficialità e arroganza dell'equipaggio stesso.
Giorno 1 - Qualifiche: regatano tutto il giorno con il piede d'albero armato al posto sbagliato, nonostante il giorno prima avessero dichiarato di aver controllato le centrature. Tuttavia il risultato è ancora superiore agli altri concorrenti per la selezione.
Giorno 2 - Qualifiche: dopo essere stati più volte esortati a fare più riscaldamento in poppa perché il loro modo di condurre era troppo instabile ed impreciso per le condizioni e che, per come stavano navigando, avrebbero rischiato di scuffiare...alla prima poppa della prima prova del giorno hanno scuffiato. Un equipaggio che è in grado di competere con i migliori equipaggi europei e che vuole qualificarsi per un mondiale scuffia con neanche 20 nodi??? Ma fino a qui la situazione era ancora recuperabile, se avessero seguito le indicazioni.
Giorno 3 - Finali: un quarantesimo ed una bandiera nera...
Giorno 4 - Finali: un'altra bandiera nera ed un altro quarantesimo... a dimostrazione che se il giorno prima il cervello era andato "in vacanza", sicuramente ci è anche rimasto.
Giorno 5 - Finali: nulla di fatto...quindi la perdita di ogni barlume di speranza in un ormai improbabile recupero.
Qual è la morale? La volontà è tutto ed il talento un'arma inutile. Purtroppo anche se i tentativi per estrarre questa famosa volontà da questi due atleti sono stati molteplici, "non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire".
L'esempio dei compagni di squadra e degli avversari in genere dovrebbe dar loro, una volta per tutte, da pensare, infatti gli altri, anche se quasi sempre meno talentuosi, si impegnano sempre fino all'ultima goccia di sudore per fare sempre tutto al meglio.
Quando arriverà il giorno in cui si renderanno conto che per essere dei campioni veri bisogna rimboccarsi le maniche, metterci il cuore, l'impegno e non solo tante parole, allora forse campiranno che questo tanto sopravvalutato talento sarà solo il guizzo vincente da usare solo al momento giusto, la "ciliegina sulla torta" insomma e non le fondamenta su cui costruire il proprio successo agonistico.