<<per prima cosa parto dalla regata: come tu stesso avevi già notato i ragazzi sono "marcodipendenti". In acqua si dimostrano a loro agio, capaci di adattare la barca alle variazioni del vento, ma a terra hanno bisogno di essere continuamente "punzecchiati", altrimenti i tempi per cambiarsi o preparare la barca diventano molto lunghi e non sempre riescono a risolvere da soli i problemi anche se piccoli.
Dunque in generale mi è spiaciuto di non essere riuscito a vedere i ragazzi veramente all'opera.>>
Parlando invece dell'allenamento svoltosi la settimana successiva con solo RiAd e GiLu:
<<Abbiamo avuto 2 giorni con condizioni estreme in entrambe le direzioni: sabato siamo usciti due volte, prima al mattino con vento tra 17 e 20 nodi e onda ripida e corta, poi al pomeriggio, quando si sono aggiunti anche Pablo, l'equipaggio femminile romano e il loro allenatore A., il vento non è mai sceso sotto i 20 nodi ed ha toccato punte di 27.
Nella prima sessione di allenamento RiAd hanno impiegato un po' di tempo a prendere il ritmo sia con il vento rafficato sia con l'onda ripida, infatti il prodiere era purtroppo spesso in acqua nelle prime battute. Invece GiLu si sono comportate bene e ritengo siano migliorate molto rispetto a questa estate, quando le avevo viste navigare con vento forte, tuttavia nel pomeriggio le ragazze sono rientrate a terra prima perché le condizioni erano comunque ancora troppo impegnative per loro. Ovviamente RiAd non si sono tirati indietro e hanno navigato allenandosi con l'altro equipaggio citato.
Al rientro, anche in questa occasione, Pablo ha dato il suo feedback ed ha parlato di:
- importanza nella semplicità di preparare la barca: circuiti chiari, semplici e che riducano gli attriti,
- dialogo a bordo, visto che non sempre in barca viene usato il giusto modo per comunicare,
- armo della barca prima di uscire, infatti è capitato che le barche in acqua non fossero pronte a sostenere le condizioni meteo-marine, quindi suggeriva di fare una check-list delle cose da controllare prima di uscire,
- importanza della regolazione dello stroppo della mura della randa, che viene spesso trascurato,
- mantenere un assetto costante evitando i movimenti eccessivi ed inutili, tra cui un'eccessiva regolazione della randa ed un troppo ampio uso del timone.
Poi A. ed io abbiamo visto e commentato insieme ai ragazzi i filmati fatti in acqua da cui sono emersi errori come:
- il fatto che i prodieri si muovono eccessivamente facendo schienate controproducenti, cioè che "schiacciano" la barca nell'acqua anziché aiutarla ad accelerare,
- una scarsa coordinazione tra la regolazione della randa e l'uso del timone.
Inoltre abbiamo discusso di come "lavorare sull'onda" nelle andature portanti per tenere sempre la barca in velocità e le vele in pressione.
Domenica invece ci siamo trovati con un vento che è calato fino alla calma piatta. In queste condizioni abbiamo "giocato" vedendo chi era più abile a far avanzare la barca senza usare il timone come mezzo di propulsione e, tra i diversi atleti, sono emerse interessanti differenze di sensibilità nel percepire quali siano i movimenti che fanno accelerare la barca e quali no>>